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quando le donne stavano a veglia

Io abito in una città di mare
e, come in tutte queste città,
 la vita dei suoi abitanti
è sempre stata legata al mare.
E così, mentre gli uomini navigavano,
le donne stavano a casa sole,
 anche per mesi e mesi.
Quando le donne stavano a veglia.
Sulla porta di casa,
 le sedie sui marciapiedi scaldati dal sole,
le donne si trovavano, dopo il tramonto.
Finite tutte le incombenze e i doveri
a piccoli gruppetti
si raccontavano, sogni e segreti,
uncinetto alla mano
godendo del fresco della sera,
e le estati passavano nell’attesa
del ritorno dei mariti.
Con il dopoguerra la situazione è cambiata
Il traffico, la televisione
e chissà cos’altro
ha fatto chiudere le porte,
Le donne non si raccontano più.
Io non sono nata qui,
sono nata a Milano,
la mia famiglia si è spostata spesso,
 e nella mia infanzia non c’è mai stato
questo modo di vivere e condividere,
ma mi ha sempre incuriosito
come un tassello  mancante
nella mia vita.
Fino a quando non è arrivata
per parlare di Roberta e del suo progetto
 non mi basterebbe un post,
vi parlerò solo della sua ultima iniziativa…
quando le donne stavano a veglia.
non più le sedie sui marciapiedi,
ma computer e mouse alla mano
l’orario c’era
alle nove e trenta di sera,
tutte qui, tutte pronte
a raccontarci e a lavorare
uncinetto alla mano
seguita da Roberta che ci spiegava
come fare,
a mostrarci on line soddisfatte i risultati
 e alla fine ad augurarci la buonanotte.
 Proprio una bella serata,
quando le donne stavano a veglia!
Grazie Roberta!

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